Juliette wayenberg
A long time ago, I came across an old enlarger and immediately felt the urge to learn how to use it. Photography is my greatest passion. Along with lots of other things.
CYAN
Lascio lavorare le mani, taglio, in rigidi quadratini da 4,4x4,4cm, tutti quegli scarti, mischiandoli a volte, perché no, e si ritrovano spezzettati tutti i lavori degli scorsi anni (...).
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grete (wykofer)
“C’è un filo invisibile che attraversa il tempo e unisce il passato al presente. Un filo che lega le esistenze fragili dei bambini ebrei perseguitati nella Germania nazista - minacciati da una mareggiata e protetti da una donna ebrea - a quelle dei bambini venuti al mondo nei primi anni Venti del terzo millennio. È il filo delle genealogie familiari, della memoria che resiste e della Storia che ritorna - con le sue ferite, le sue tensioni, le sue inquietudini mai sopite (…)”.
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mon père, ma mère et le désert
“(...) Le immagini sono meravigliosamente e profondamente ripetitive: ci sono mia madre, la loro macchina e la vastità del deserto a testimoniare la profondità del loro affetto. Non c’è narrazione, perché la narrazione è ovunque, in ogni foto, in ogni granello di sabbia gialla, in ogni respiro di un mondo più grande di noi, più grande di loro. L’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo dialogano, in ogni immagine, come le due parti di una stessa storia.(...)”
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TA’AM
“(...) Faire un album musical et artistique à partir d’une pièce chorégraphique, pour se demander où va la danse une fois qu’on l’a dansée. Faire trace avec ce qui est par définition un art de l’éphémère, non saisissable. Tout cela est affaire de traduction, peut-être le seul acte humain qui fasse sens. Pour continuer à dire, il faut Aller-vers, Renouveler, Traduire.
De ce rituel hébraïque des Te’amim-טעמים, retenons, paupières closes et tout ouïe, le souffle qui les traverse, ce mouvement de l’oral à l’écrit, à l’oral, qui vient des profondeurs des corps et des âges (...)”
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